Legni
Il clarinetto è uno strumento musicale traspositore a fiato ad ancia semplice appartenente alla famiglia dei legn il timbro del clarinetto è limpido e grintoso. Nella sua estensione si divide in diversi registri, ognuno con le proprie particolarità: il registro grave, detto registro di Chalumeu e il registro acuto. Il clarinetto è costituito da una cameratura cilindrica alla cui estremità superiore c’è il bocchino e a quella inferiore una svasatura a campana. Il legno utilizzato per costruire il clarinetto è in prevalenza l’ebano, che gli conferisce il caratteristico colore nero.
Esistono clarinetti costruiti in metallo, cristallo e materiali plastici. Sul clarinetto sono presenti ventiquattro fori di dimensioni differenti. Sette fori, di cui sei circondati da anelli, vengono chiusi dalle dita, gli altri vengono chiusi dai cuscinetti azionati dalle diciotto chiavi o dagli anelli. Il clarinetto è diviso in cinque parti svolgenti funzioni diverse unite ad incastro con guarnizioni in sughero. Partendo dall’alto c’è il bocchino, corredato di ancia e legatura, che serve a produrre le vibrazioni sonore. Segue il barilotto che fa risuonare le vibrazioni. Poi c’è la parte centrale costituita dal corpo superiore e quello inferiore. Su queste due parti ci sono i fori, le chiavi e gli anelli e, mediante impostazione delle dita, le vibrazioni vengono modellate per ottenere i suoni desiderati.
Lo strumento termina con la campana che dà ulteriore risonanza ai suoni.Il suo ingresso in orchestra è avvenuto solo alla fine del 1700 per merito di Mozart, che ne intuì l’originalità del timbro e le risorse tecniche.
L’ottavino, chiamato anche flauto piccolo, è la più piccola taglia del flauto traverso. Viene realizzato in metallo, in legno duro o in plastica.
Le sue dimensioni sono pari alla metà di un flauto traverso. La sua estensione comprende il Re4 come nota più grave (gli ottavini moderni sono privi del piede) e si estende per almeno due ottave e mezza. È uno strumento traspositore, in quanto lo strumentista, pur leggendo la partitura ed impostando le posizioni delle chiavi nella stessa maniera del flauto traverso, porta l’altezza delle note stesse all’ottava superiore.
È lo strumento più agile ed acuto dell’orchestra. Viene generalmente suonato da un flautista, come strumento principale o come secondo strumento (alternato al flauto). Questa soluzione (utilizzata spesso nei piccoli organici) richiede un particolare allenamento al flautista per adattarsi rapidamente allo strumento in quanto il foro della testata dell’ottavino è più piccolo rispetto a quella del flauto e le chiavi sono molto più piccole e ravvicinate.
L’ottavino è uno strumento difficile dal punto di vista dell’emissione del suono e dell’intonazione: occorre molta maestria ed allenamento da parte dell’esecutore. Il carattere dello strumento è estremamente brillante e si adatta perfettamente all’esecuzione di passaggi virtuosistici, meno alle melodie cantabili.
La sonorità è esile nel registro medio grave, mentre acquista di forza e chiarezza salendo: la terza ottava è potente e penetrante al punto da “bucare” qualsiasi sonorità orchestrale.
Il flauto traverso è uno strumento musicale della famiglia dei legni e quindi è un aerofono. L’attribuzione del flauto – oggi quasi sempre costruito in metallo – alla famiglia dei legni deriva dal fatto che, fino al XIX secolo, la quasi totalità dei flauti erano in legno.
Il suo nome (anticamente: traversiere) deriva dal fatto che viene suonato in posizione trasversale asimmetrica, con il corpo dello strumento alla destra dell’esecutore (“di traverso”).
Nella sua forma moderna, il flauto traverso (anche noto come flauto traverso da concerto occidentale) è uno strumento (cilindrico nel corpo centrale e nel trombino, leggermente conica la testata) che lo strumentista (detto flautista) suona soffiando nel foro d’imboccatura e azionando un numero variabile di chiavi (aperte o chiuse), che aprono e chiudono dei fori praticati nel corpo dello strumento, modulando così la lunghezza della colonna d’aria contenuta nello strumento stesso e quindi variando l’altezza del suono prodotto.
L’emissione del suono è dovuta all’oscillazione della colonna d’aria che, indirizzata dal suonatore sull’orlo del foro d’imboccatura, forma vortici che ne provocano l’oscillazione dentro e fuori dal foro e mette in vibrazione l’intera colonna d’aria.
La forma moderna del flauto (cilindrico, a dodici o più chiavi) è dovuta alle modifiche applicate ai flauti barocchi (a loro volta derivanti da più antichi flauti a sei fori) dal tedesco Theobald Boehm (1794-1881) e ai successivi perfezionamenti ideati dai fabbricanti di scuola francese.